Ciao amici del MY Lab,
oggi ho una piccola sorpresa per voi, ho avuto il piacere di intervistare via skype Ivy Moscucci. Lei è quella persona che ha creato il blog “Dolce senza zucchero”. Per me è stato un onore sentirla, conoscerla e invitarla al MY Lab, perché è una persona molto allineata con quello che facciamo noi.
Ciao Ivy, grazie per la tua disponibilità, noi del MY Lab Experiment ci occupiamo di capire meglio come funziona il nostro corpo e di capire meglio come tenere la glicemia sotto controllo. Sei una blogger molto conosciuta, autrice di due libri che ho letto tra l’altro, il primo s’intitola “dolce senza zucchero” che poi ha anche il nome del tuo blog. Di recente hai pubblicato “Detox quotidiano” e adesso hai fatto partire la scuola di cucina naturale a basso indice glicemico. Questo è totalmente in linea con quello che facciamo noi. So che hai avuto un inizio un pò movimentato. Quello che volevamo sapere è un pò qual’è stata la nascita, la genesi di questa tua avventura.
Ho iniziato questa avventura per un esigenza personale, mio marito ha il diabete tipo 1. Ci siamo così ritrovati a chiacchierare della sua dieta, del fatto che si privava di tantissimi alimenti, i classici dolci, la pizza etc…, quello che fa una dieta convenzionale e tutte le volte aveva questi grossi sbalzi di glicemia e stava piuttosto male.
Mi sono seriamente preoccupata una sera, quando sono tornata a casa e l’ho trovato praticamente sdraiato per terra, quasi senza sensi… perché aveva la glicemia talmente bassa che non la sentiva nemmeno e questo succedeva perché come diabetico doveva usare l’insulina. Un diabetico è insulino dipendente. Effettivamente quando mangiava determinati alimenti la sua glicemia saliva molto e non sapeva come gestire con efficienza le dosi d’insulina. Questo è stato un caso raro, però piuttosto allarmante.
Poi comunque si lamentava delle condizioni della vita, era anche uno stress psicologico suo e anche un incapacità di godersi le cose della vita. Perché attorno al cibo ruotano tante cose, la socialità, i festeggiamenti, quando ci sono occasioni belle, c’è sempre il cibo. Quindi sette anni fa ci interrogavamo proprio su come fare per concederci questi piaceri quotidiani. Io non sapevo niente di niente, di quello che è un alimentazione corretta, se non forse per un background che ho ricevuto da bambina, perché avevo i nonni contadini, però poi ribellione da ventenne, poi lavoro, mangiavo spesso fuori come mangiano tante persone, quelle robe super veloci, sai quelle surgelate, da microonde etc…
Quindi da lì è iniziata una ricerca, mi ricordo che gli avevo detto “come pensi possiamo procedere? quanto pensi possa scendere questa insulina?”, Lui era molto motivato, quindi questa è stata una cosa molto buona e anche io ero motivata ad iniziare la ricerca. Perché proprio questo è stato il fulcro, non una soluzione così, “una tantum”, ma una soluzione a lungo termine. Quindi non facciamo una dieta punitiva di pochi mesi e poi facciamo quello che ci pare. Ma proprio un percorso, che poteva, a lungo termine permetterci di rilassarci, anche emotivamente, in tutti i sensi.
E da li è iniziata questa ricerca, ed ho iniziato a sperimentare le prime ricette.. ho iniziato a leggere quello che capitava. A livello di informazione 6/7 anni fa non c’era molta roba… Il primo libro che avevo letto era quello sul diabete tipo 1 dato dal suo medico curante.
Quello che mi era rimasto molto impresso era il fatto della glicemia, il fatto che tutta la malattia, questo disturbo, questa patologia, effettivamente ruotava intorno a questa incapacità del corpo di regolare la glicemia; di conseguenza se non regoli bene la glicemia, hai un effetto negativo su tante cose, c’è dello stress, l’energia, la performance, in ogni cosa… ogni tipo di risposta nel corpo anche emotiva, dipende dalla tua glicemia. Più tempo si passa a trascurarla, più c’è la possibilità che nascano tante complicazioni.
Quindi per me era un argomento molto interessante, ed ho iniziato a leggere tutto quello che mi capitava. Mi sono messa a fare la ricercatrice, mi ricordo le nottate fino alle 2-3 del mattino. Purtroppo era una dieta che non funzionava. Una dieta basata su carboidrati super raffinati, per esempio fette biscottate a colazione, più la pasta etc… Una dieta per diabetici, si basava su un peso, una quantità di carboidrati, ma erano carboidrati necessariamente super raffinati.
Quindi era una dieta che non solo non lo nutriva. Quello che avevo scoperto non era solamente l’effetto sulla glicemia, ma anche la qualità del cibo che influiva moltissimo. C’è una grossa differenza per esempio tra mangiare le mandorle, una manciata di mandorle, piuttosto che mangiarti un gelato. Anche lì è stato messo in dubbio il discorso calorico. Basta pensare che un avocado e le patatine fritte hanno la stessa quantità calorica. Si guarda i numeri. Ora sul blog ho iniziato a pubblicare un pò i valori nutrizionali per altri motivi, ma all’inizio non lo facevo perché ho capito che una dieta basata sui numeri non ti dà l’idea del valore nutrizionale di un determinato ingrediente.
Ho quindi iniziato a fare una ricerca, mettere insieme i vari pezzi, cercare quelle che possono essere carenze vitaminiche, di minerali, di una persona che è affetta da diabete e che effetti possono avere, iniziando a sperimentare. Mi ricordo che avevo fatto questa lista, gli ingredienti che non vanno bene con le farine, le farine che potrei utilizzare e non utilizzare, le alternative. Come poterli combinare in modo che effettivamente non ci fosse un impennata glicemica. Che tipo di zucchero dovrei avere, etc… quindi era proprio un pò MY Lab Experiment.
Mi ero concentrata nel periodo iniziale solo sui dolci, perché quella era la parte effettivamente più difficile. Mangiare senza zucchero raffinato non significa non mangiare un dolce. Questo aiuta tantissimo le persone, Di sicuro, va fatta una sostituzione dello zucchero bianco. Esistono tantissime alternative interessanti, io utilizzo lo zucchero di cocco integrale, xilitolo di betulla, lo sciroppo di Yacon, la stevia naturale, utilizzo altri dolcificanti ma più o meno questi sono quelli che utilizzo. Sono tutti naturali, hanno un impatto glicemico molto più ridotto e sono anche nutritivi. Ora a parte lo xilitolo e la stevia, hanno dei benefici che combinandoli sempre con altri ingredienti posso ottenere un dolce che assolutamente può sembrare quello che è il dolce convenzionale.
E’ triste a volte paragonare quando fai un dolce, una nuova ricetta, con farine alternative o altri dolcificanti, dire: “guarda ha lo stesso sapore come quello classico”. Però questo può aiutare le persone a capire che se riesci ad ottenere un gusto simile a quello a cui sei abituato, non ti devi privare del sapore dolce, non ti devi privare della pasta o della pizza. Quando capisci che questi alimenti li puoi mangiare, allora forse è più facile. Però effettivamente un pò di lavoro va fatto, che è sempre quello di sostituire alimenti raffinati, con tante altre alternative che per fortuna ora ci sono anche nei supermercati convenzionali.
Devi sapere che sui dolci c’è anche un altro discorso. C’è questa corrente della “cucina naturale” abbastanza radicata in Italia, forse anche da una tradizione non so, orientale, che prevede questi dolci che sono dolci macrobiotici, dolci preparati con tanti malti, per esempio datteri, frutta secca. Va detto che questi dolcificanti, nonostante possano avere proprietà che poi sono state elogiate in tutti i libri, dall’altro lato bisogna però sapere che sono dei dolcificanti che hanno un indice glicemico ancora più basso rispetto allo zucchero bianco.
Quindi io inviterei una persona a cercare un dolcificante che possa portare anche qualità nutrizionali. Anche questo è importante. Abbiamo avuto tantissimi risultati positivi, di quelli archiviati minimo 400-500 persone. Partendo da quello che ha mio marito, che ho raccontato anche nel blog, in 4 mesi, forse meno, ha perso otto chili e non li hai più ripresi. Questa è stata una buona cosa.
La sua glicata, quindi un indicatore che misura quanto è stata in media la glicemia negli ultimi mesi o numerose settimane, era buona. Quindi se fa abbassare la glicemia, vuol dire che in media ha avuto meno picchi glicemici e meno glicemia alta costantemente. Questo per noi è stato importante, proprio per avere un idea sul successo di quello che è stata la dieta che abbiamo adottato. Cioè “dieta” più che altro “approccio all’alimentazione”. E la sua glicata appunto, da 8.8/8.9, è scesa sotto 6.5! Un glicata che per un diabetico di tipo 1 è davvero un risultato straordinario, considerando che era diabetico già da diversi anni. Questi sono stati i risultati più evidenti, quelli legati a mio marito, sicuramente più importanti.
Invece per quanto mi riguarda, ho la tiroidite di Hashimoto. Vuol dire che soffrivo tantissimo di questa stanchezza cronica di cui non riuscivo a liberarmi. Perché se scopri che la tiroide non funziona molto bene, il primo sintomo è proprio quello che non dormi bene, sei sempre stanca, non hai abbastanza energia, freddo alle mani e ai piedi, ciclo irregolare, tante cose che sembrano piccoli sintomi, però vanno a diminuire la qualità della vita. Posso dire che sono completamente libera dai miei sintomi, i classici sintomi della tiroidite. Quindi non ho più quella stanchezza cronica, so che devo andare a letto a una determinata ora, che devo prendermi cura di me e con che tipo di alimenti. Non ho più la ipoglicemia reattiva!
Ipoglicemia reattiva vuol dire che una persona per tantissimo tempo, mangia troppi carboidrati raffinati, come per esempio la colazione dolce, poi mangi a merenda la frutta, a pranzo un primo, con altre cose, poi a merenda altra frutta. Sempre anche questa frutta che nonostante sia sana contiene degli zuccheri che a lungo andare mi hanno talmente destabilizzato e quindi avevo sempre questi crolli di energia, sopratutto tremori alle mani, quindi non stavo bene, non avevo una buona gestione della mia energia.
Delle altre persone che hanno avuto successi straordinari, vi dico quelle che mi vengono in mente: ci son delle persone che sono rimaste incinta, dopo 2-3 mesi che hanno seguito i consigli che condividevo sul blog. E’ calata l’infiammazione del corpo e quindi il corpo funziona. Mi ricordo una persona che aveva scritto una lettera straordinaria su Facebook, aveva un marito che era stato ospedalizzato perché aveva una glicemia che era oltre i 400! Erano dei valori veramente incredibili. Per chi non lo sa, una glicemia che arriva a 120 s’intende alta. Quindi lui era in ospedale e gli davano la dieta.
Io pubblico nel mio blog la tabella con gli indici glicemici, perché per me è utile sapere che alimenti posso utilizzare, qual’è il valore etc… sai per un diabetico il valore dell’indice glicemico deve essere inferiore a 35. Per chi non è diabetico attorno ai 50. Un dieta prevalentemente con alimenti che hanno un indice glicemico intorno ai 50 va bene, con ogni tanto quella più alta. Questa signora aveva seguito queste indicazioni e aveva riportato a casa il marito, dandogli da mangiare quello che aveva deciso lei. Poi alcune persone sono riuscite a regolare nuovamente l’intestino che anche questo non è da sottovalutare! Il fatto che aveva diarrea cronica da due anni e quindi è riuscita a sistemare l’intestino, persone che hanno sistemato eczema, dermatiti croniche, tantissime malattie che poi sembrano dei disturbi anche banali, non strettamente collegati alla glicemia.
Basta sapere che se gestisci bene la glicemia, tutto il resto, in qualche maniera, inizia ad adeguarsi. Poi è chiaro che va fatto anche un lavoro sull’intestino, dal momento in cui prendi in mano un alimentazione a base di ingredienti biologici, freschi, integrali, di stagione, siamo quasi certi che sono alimenti naturalmente a basso indice glicemico. Quindi è già come dire qualcosa da sapere, perché non è che bisogna andare a comprare necessariamente i prodotti più strambi, costosi, esotici, no? Magari tornare ad andare dal contadino ed iniziare a fare la spesa lì. Cioè dalla terra e non dalla bottiglia di plastica, questo è il senso.
Grazie Ivy, sembri quasi impersonare il nostro slogan, quello del MY Lab Experiment che è: “mente curiosa in corpo sano” . Qual’è la tua mission, il tuo obiettivo. All’inizio era uno scopo personale, nel senso era quello di riuscire a far mangiare a mio marito, il cibo di tutti i giorni con piacere. Volevo che si abbandonasse e potesse mangiare quello che gli andava. Man mano, quando ho aperto il dialogo con il blog e ho visto tantissime persone che hanno iniziato a scrivermi, nel mio caso non lasciano commenti, ma scrivono delle bellissime lettere e riconoscimenti su facebook, avevo visto che effettivamente le persone avevano bisogno di questo: di un dialogo aperto di questo genere, legato ad un cibo che potesse fare bene.
La mia missione o una delle mie missioni è quella di rendere il cibo piacevole, Di ritornare all’idea che il cibo può essere semplice, ritornando all’ingrediente che sia un ingrediente naturale, che ci faccia bene, che sia salutare.
Possiamo ottimizzare ingredienti sia allo scopo di salute, ma anche sapere che deve essere godereccio, senza avere queste paure no? Per esempio a Natale so che posso mangiare tutto. Questo è quello che mi piace di più.
Sei stata d’ispirazione per tante persone, noi siamo tuoi ammiratori, parlo a nome del MY Lab Experiment. Bene, abbiamo finito l’intervista, ringrazio molto Ivy Moscucci che sicuramente inviteremo per altre interviste.
Ciao e alla prossima!